I problemi articolari nell’emofilia richiedono una gestione integrata e la collaborazione tra ortopedico, Centro di Emofilia, fisiatra, fisioterapista e anestesista.

I problemi articolari nell'emofilia
La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia si sofferma sugli aspetti ortopedici dell’emofilia e, in occasione della giornata dedicata a questa patologia, illustra il proprio impegno verso la comunità emofilica

I danni articolari causati dall’emofilia come gli emartri recidivanti possono arrivare a compromettere seriamente la funzionalità delle articolazioni colpite, in particolare ginocchio, gomito e caviglia, in minor misura l’anca. In questi casi è richiesto anche l’intervento dell’ortopedico.

«Il ruolo dell’ortopedico è inserito in un’ampia multidisciplinarità – spiega Francesco Falez, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT). – In particolare è importante la tempistica con cui l’ortopedico individua il paziente e definisce lo stato del danno articolare; tutto ciò impatta notevolmente sull’evoluzione della problematica e rappresenta quindi un aspetto importante su cui lavorare attraverso percorsi multidisciplinari strutturati».

«Anche il dolore è una componente importante nella malattia che fino ad oggi è stata sottovalutata e sotto-trattata per mancanza di adeguati strumenti terapeutici. Grazie alle evoluzioni del mercato farmaceutico in tale ambito, noi ortopedici oggi abbiamo già a disposizione maggiori possibilità di aiutare il paziente nella gestione del dolore» – aggiunge Francesco Falez.

I progressi dell’ortopedia nella gestione dei problemi articolari legati all’emofilia

Le strategie dell’ortopedico comprendono due tipi di approccio:

  • conservativo, attraverso cicli di infiltrazioni con acido ialuronico (viscosupplementazione) nonché cicli di fisioterapia,
  • chirurgico che prevede radiosinoviectomia, sinoviectomia artroscopica o la sostituzione protesica.

«Il progresso dell’ortopedia nella chirurgia protesica negli ultimi anni è importante, grazie a nuovi design protesici e al miglioramento nelle protesi di gomito e di caviglia – illustra Francesco Falez. – Tutto ciò, unito a un’evoluzione delle tecniche anestesiologiche con conseguente miglior gestione del sanguinamento e del dolore post operatorio, porta a risultati più soddisfacenti che si traducono in un’evoluezione della qualità della vita».

Gli impegni della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia in occasione della Giornata Mondiale dell’Emofilia

Francesco Falez elenca i molteplici obiettivi della SIOT:

  • supportare una gestione integrata al paziente emofilico che sviluppa problematiche articolari attraverso un approccio globale ottimale che veda la collaborazione dell’ortopedico con il Centro di Emofilia, il fisiatra, il fisioterapista nonché l’anestesista;
  • migliorare il livello di informazione e formazione dell’ortopedico sugli emartri, potenziando le sue competenze anche in tema di gestione del dolore;
  • sensibilizzare sull’importanza dell’ortopedia emofilica in funzione della prevenzione, con l’obiettivo di prevenire gli interventi chirurgici;
  • definire percorsi di cura ad hoc per il paziente emofilico;
  • contribuire a ridurre l’impatto socio-economico della patologia;
  • migliorare la qualità di vita del paziente.

I prossimi impegni della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia nei confronti della comunità emofilica

«Da sempre impegnata nella elaborazione di Linee Guida e nella promozione e realizzazione di iniziative ad alto contenuto scientifico a supporto della pratica clinica dei propri associati, la SIOT vuole intraprendere una progettualità a carattere multidisciplinare in tema di gestione delle problematiche articolari nel paziente emofilico – conclude Francesco Falez. -Scopo dell’iniziativa è la definizione, attraverso un percorso di Consenso metodologicamente rigoroso, di un protocollo di gestione del paziente target che guidi l’Ortopedico nei processi decisionali relativi a diagnosi, trattamento e follow up della problematica».

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