Il fenomeno dell’antibiotico-resistenza cresce nel nostro Paese. In Toscana si è registrato in poco meno di un anno un outbreak da New Delhi Metallo beta-lactamase (NDM), che ha i connotati di una vera e propria epidemia da infezione microbica resistente agli antibiotici, con 36 decessi e 90 pazienti colpiti. Non è la prima volta che il nuovo ceppo di batteri intestinali (Escherichia coli e Klebsiella) è isolato in Italia, ma è la prima volta che si sono verificati tanti casi in così poco tempo.

Superbug con resistenza New Delhi Metallo beta-lactamase
La resistenza agli antibiotici, in preoccupante aumento nel nostro Paese, richiede una maggiore attenzione alle buone pratiche igieniche che dovrebbero essere insegnate anche a scuola

In Italia si registra il più elevato numero di casi in Europa, con più di 10.000 decessi all’anno correlati a infezioni batteriche non trattabili con i comuni antibiotici.

La resistenza New Delhi Metallo beta-lactamase (NDM)

Ceppi mutati di E. coli o di Klebsiella esprimono un meccanismo di resistenza chiamato New Delhi Metallo beta-lactamase (NDM), descritto per la prima volta a Nuova Delhi 10 anni fa. Dall’India si è poi diffuso prima nel Regno Unito e adesso da alcuni anni è descritto come ubiquitario. Questo enzima inattiva gli antibiotici, anche quelli nuovi, commercializzati negli ultimi anni.

Si aspetta dalla ricerca la possibilità di sviluppare nuovi antibiotici in grado di contrastare le NDM e altri meccanismi simili nonché nuovi inibitori delle carbapenemasi.

Appello degli infettivologi per promuovere l’insegnamento delle buone prassi igieniche e la ricerca di antibiotici innovativi

Dal 10° Congresso Nazionale della SITA (Società Italiana di Terapia Antinfettiva) arriva un accorato appello: facciamo educazione civica sanitaria nelle scuole per insegnare le buone regole dell’igiene e i governi trovino soluzioni per premiare le aziende che promuovono ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici.

«Tutti noi infettivologi lanciamo un appello accorato: adesso che l’educazione civica entra di nuovo nelle scuole, va usata anche per la salute – dichiara Matteo Bassetti, direttore Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine e nuovo Presidente della SITA – è necessario tornare ad insegnare le buone regole dell’igiene, che sono il primo baluardo per arginare la diffusione di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, e del buon uso degli antibiotici. Il secondo appello è rivolto ai governi e alle Istituzioni perché trovino soluzioni per premiare le aziende farmaceutiche che investono in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici. Oggi assistiamo alla globalizzazione dei batteri resistenti: questi microrganismi si spostano con le persone colonizzate e con i pazienti. Abbiamo estremo bisogno di antibiotici innovativi».

Restano stringenti le misure da attuare nei nosocomi e nelle case di cura. Ma quel che serve adesso è insegnare alla popolazione la buona prassi dell’igiene, a cominciare dalle scuole primarie con l’educazione civica in ambito sanitario:

  • lavaggio frequente e accurato delle mani durante la giornata;
  • mettere la mano o un fazzoletto davanti alla bocca quando si starnuta;
  • stare in casa con l’influenza;
  • uso appropriato degli antibiotici solo dietro prescrizione del medico di famiglia;
  • non assumere antibiotici per il raffreddore o la comune influenza;
  • usare gli antibiotici rispettando i dosaggi e i tempi prescritti dal medico di famiglia;
  • completare sempre il ciclo di trattamento anche se ci si sente meglio.

Esperienza della Regione Campania per ridurre l’uso inappropriato di antibiotici

«Nel tentativo di ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, la regione Campania è stata la prima a recepire il Piano nazionale di lotta all’antibiotico-resistenza e da due anni abbiamo i Protocolli regionali per affrontare le patologie infettive più comuniafferma Carlo Tascini, direttore Prima Divisione di Malattie infettive Ospedale Cotugno di Napoli e presidente del Congresso – abbiamo fatto un ulteriore sforzo, quello di misurare l’epidemiologia dell’antibiotico-resistenza con il progetto regionale SIRERAR. La situazione è preoccupante anche in Campania, sono in aumento i casi di endocardite negli anziani che devono essere sottoposti a sostituzione valvolare e i device sempre più spesso si infettano».

Nomina di Matteo Bassetti alla presidenza di SITA

All’unanimità ieri il Consiglio direttivo di SITA ha nominato Matteo Bassetti nuovo Presidente della Società scientifica. Bassetti succede a Claudio Viscoli, che lascia per sua scelta la carica ma diventa Presidente onorario.

«Non posso che ringraziare con affetto e doveroso riconoscimento il professor Viscoli – sottolinea Matteo Bassetti che ha fatto cose straordinarie: se SITA esiste e oggi conta più di 600 soci in tutta Italia, il merito è suo. Continuerò nel solco da lui tracciato. Un pezzo di strada importante è stato fatto; cercherò di mantenere forte e vitale SITA, dando una maggiore vocazione internazionale con collegamenti alla Società europea di malattie infettive. Auspico di poter intraprendere nuovi percorsi, ritagliando sempre uno spazio ai progressi scientifici e lavorando per informare la popolazione, che è il nostro target più importante».

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